DCF 1.0

Interventi per la protezione dalla Caduta massi

Il distacco e la caduta di massi (masse rocciose) da pareti e versanti costituiscono un elevato rischio geologico sia per le persone che per le infrastrutture di vario tipo presenti sul territorio interessato dal fenomeno.
In particolare per questa tipologia di intervento è ancora più importante una campagna preliminare di indagini conoscitiva al fine di valutare gli aspetti di natura geologica, geomorfologia e idrogeologica caratteristici del sito in questione, per contrastare efficacemente il fenomeno di caduta.

Fig2016-175_1

Descrizione grafica della caduta di ammassi rocciosi a valle

Fig2016-175_2

(Tipo di risposta del terreno alla caduta della porzione rocciosa distaccatasi dalla parete)

Dal risultato di osservazioni e ricerche nel campo della caduta massi effettuate in località con diverse condizioni climatiche, si sono potuti ricavare dati che hanno contribuito ad identificare le cause principali che innescano il distacco di elementi lapidei da un versante, essi sono:
• Presenza di roccia fratturata
• Zone esposte ad azione del vento
• Località soggette ad escursioni termiche che provocano l’effetto Gelo-Disgelo
• Pioggia Intensa
• Flussi d’acqua
• Attività Sismica
• Tane di Animali
• Azione delle radici delle Piante

La stabilizzazione dei versanti soggetti alla caduta massi si ottiene attuando opere di primo intervento di bonifica necessarie a rimuovere dove è possibile tutti gli elementi instabili mediante disgaggio controllato, seguite poi da due principali tipologie di intervento:

– Interventi di difesa attivi hanno la funzione di prevenire, impedire e ridurre il distacco e quindi il rotolamento dell’ammasso roccioso. In questa tipologia ricadono i seguenti interventi:

  • quelli atti a migliorare la resistenza meccanica attraverso l’applicazione di elementi capaci di resistere a trazione quali ad esempio chiodi, tiranti e rivestimenti operati mediante l’abbinamento delle rete metallica con il calcestruzzo proiettato;
  • quelli volti a ridurre i fenomeni di degradazione fisica, ovvero che favoriscono il distacco di porzioni più o meno estese di roccia. Le soluzioni possono ad esempio corrispondere all’inserimento di reti metalliche e di un reticolo costituito da funi metalliche;
  • quelli che modificano la circolazione idrica sotterranea e superficiale come ad esempio la regimazione e l’intercettazione delle acque meteoriche oppure l’allestimento di gallerie drenanti;

-Interventi di difesa passivi ha il compito rallentare, deviare e ostacolare la caduta degli ammassi  rocciosi. Altri tipi di intervento come le gallerie artificiali, trincee, muri di protezione, valli, ecc., pur
essendo tecnicamente molto validi, spesso si tende ad utilizzarli solo in casi estremi per la loro complessità di esecuzione oltre ad essere opere costose e di impatto ambientale molto forte.
– Le Barriere Paramassi a rete riescono a soddisfare queste ed altre esigenze come:
• Limitato impatto ambientale per la notevole trasparenza della struttura.
• Limitata invasione dell’ambiente circostante in fase esecutiva (non necessita ricavare piste o quant’altro per l’utilizzo di mezzi meccanici nella posa).
• Rapidità di esecuzione dell’intervento con notevole riduzione dei disagi e dei costi (si pensi ad una strada di importante comunicazione chiusa al traffico per lunghi periodi).
• Possibilità di collocazione dell’opera a qualsiasi altezza rispetto al piano stradale, ferroviario ecc.ecc.
• Notevole abbattimento del rischio se installate su più file a quote diverse.
• Agevole adattamento al profilo del terreno.
• Costi decisamente contenuti rispetto ad altre opere.
• Facile manutenzione ed eventuale ripristino.
Le Barriere Paramassi a rete sono generalmente composte da quattro componenti
strutturali :
STRUTTURA DI INTERCETTAZIONE: Costituita da pannelli in fune d’acciaio di vario tipo e diversa tipologia costruttiva.
STRUTTURA DI SOSTEGNO: Costituita da montanti in acciaio in profilo tubolare o travi fissi o incernierati alla base.
STRUTTURA DI COLLEGAMENTO: Costituita da funi d’acciaio poste perpendicolarmente e/o longitudinalmente, con o senza dispositivi di dissipazione.
STRUTTURA DI FONDAZIONE: Costituita da tiranti in barre d’acciaio, in trefolo, micropali, plinti in calcestruzzo, con la funzione di trasmettere le forze derivanti dall’impatto del masso, al terreno.

La Barriera Paramassi si divide in due categorie principali:

 – rigida: è poco deformabile, pesante e di notevole dimensioni ed è capace di contrastare elevate intensità di impatto.  strutture progettate per arrestare il masso in spazi ridotti ma con limitata capacità di assorbire alte energie.(max 250kJ). Ad esempio sono realizzate in calcestruzzo armato con o senza contrafforti opportunamente ancorati al terreno nel suo strato rigido;
– elastica: questa invece è deformabile e spesso è abbinata ad altri sistemi di difesa passiva quali ad esempio le valli e i rilevati paramassi. Rispetto alle precedenti sono leggere e hanno un procedimento rapido di installazione anche in zone impervie o di difficile accesso. Sono strutture progettate per arrestare il masso con elevate energie e che solitamente si avvalgono di sistemi di dissipazione che possono compiere un lavoro sia di tipo elastico che di tipo plastico in grado di controllare l’energia posseduta dal masso in caduta e quindi arrestarlo, concedendo alla barriera deformazioni anche di grande entità.

– Reti paramassi, costituite da fili di acciaio rivestito con zinco o con lega di zinco-alluminio tessuti in modo da formare una struttura a doppia torsione con maglie esagonali. Queste reti, inoltre, possono essere armate o rinforzate con funi d’armatura verticali e/o oblique in acciaio;
– Valli e rilevati paramassi, realizzati solitamente alla base di versanti rocciosi instabili soggetti a fenomeni di crollo e/o ribaltamento, distacco di massi, blocchi e colate di detrito di grosse proporzioni. A seconda degli aspetti del versante e dei vincoli presenti, l’intervento può consistere nel singolo vallo o da un sistema composto da vallo e rilevato paramassi.

Fig2016-175_3

(Sistema composito di vallo e rilevato paramassi)

 

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